La crisi di sostenibilità che il Servizio Sanitario Nazionale sta attraversando è causata da molti fattori concomitanti: le mutate condizioni demografiche, le crescenti aspettative dei cittadini-pazienti, l’evidente sottofinanziamento del sistema e la proliferazione delle tecnologie sanitarie, sospinta da un “mercato della salute” che deve garantire occupazione ed equilibrio finanziario.

Tutto ciò rende indispensabile una continua valutazione delle tecnologie sanitarie relativamente alla loro sicurezza, efficacia e impatto economico, in altre parole un Health Technology Assessment (Hta) diffuso in tutte le aziende ed efficace nelle sue funzioni di orientamento e di governance.

La pandemia da Covid-19 domina la scena da ormai più di un anno e sta inducendo la continua produzione di nuove tecnologie sanitarie, con un eccezionale assorbimento di risorse ad esse correlate. Quanto si sta facendo in termini di procedure di prevenzione e controllo dell’infezione, di indagini di popolazione con accertamenti virologici e sierologici, di impiego di tutto l’armamentario vaccinale disponibile può essere letto in chiave Hta, valutandone gli aspetti di opportunità, organizzativi, economici, etici, giuslavoristici.

Nel caso della pandemia, alle azioni messe in atto dalle Istituzioni sanitarie (Ministero, Struttura commissariale, Cts, Regioni) ha corrisposto uno straordinario impegno a livello locale, delle singole Aziende sanitarie. Questo medesimo flusso, dal centro alla periferia del Ssn, è auspicabile al fine di rendere operativi a tutto campo i principi e i metodi dell’Hta, che fino ad ora poco hanno permeato le varie realtà locali.

È l’ora di dare più voce e più spazio all’Hta. Questo convegno ha la finalità di presentare alcune buone pratiche in atto nella nostra Regione, anche con riferimento alla infezione da Sars-CoV-2, e cogliere questo momento di aggregazione (pur se virtuale), nella convinzione che il confronto tra professionisti è uno dei pilastri su cui si regge il miglioramento della qualità dell’assistenza.